“La velocità è la forma di estasi che la rivoluzione tecnologica ha regalato all’uomo”, scrive Milan Kundera nel suo libro “La lentezza”. Quando eravamo nell’estasi della velocità guai a fermarsi, sempre di corsa, tante cose da fare.. Ma l’estasi non dovrebbe essere una cosa bella?

Adesso che siamo costretti a fermarci ci manca davvero, ci manca sempre quel correre, quel fare?.. Forse piano piano ci stiamo rendendo conto che il tempo è fatto da quello che ci mettiamo dentro, ma se facciamo troppo, tutto si consuma presto e anche il nostro tempo. Un esempio: avete in mente anni fa quando le canzoni di Sanremo si sentivano fino a dopo l’estate e ancora oggi le ricordiamo? Adesso tutto viene consumato in fretta e le canzoni pur belle ce le facciamo rubare da nuove canzoni e da un sacco di altre cose: abbiamo lasciato riempire il nostro tempo di troppo cose; non ce le abbiamo messo noi tutte quelle cose: ce le siamo lasciate mettere. Ora però che abbiamo tanto tempo che non si riempie di cose; qualcuno di noi soffre ancora della perdita di velocità, qualcun altro comincia invece a riprendersi il proprio tempo mettendoci dentro quello che vuole: comincia a gustare il senso di fare delle cose per scelta. E dopo giorni e giorni non può “ammazzare il tempo”,.. ma al contrario “dargli vita”. Il tempo non ci prende più la nostra vita, ma è il nostro modo di vivere che crea il tempo. In effetti “estasi” è estraneazione, mentre ora siamo più consapevoli di noi, del nostro corpo e dei rischi che corre.. ora diamo una nuova misura al tempo, ci accorgiamo della brevità della vita ed ora la nostra vita è più piena. Chissà se sarà più lunga, ma di certo più larga.