Anche le mamme compaiono sugli schermi in abiti di casa.. E’ il secondo anno che i ragazzi non frequentano la scuola, non più come prima. Alcuni si sono ritirati in una specie di apatia e se li disturbi diventano aggressivi. Alcuni altri sembra abbiano sviluppato un paura, una disabitudine ad uscire.

Che sia la DAD (Didattica a distanza) o la nuovissima DID (Didattica digitale integrata), succede che i ragazzi mangiano tecnologia tutto il giorno; e alle ore di lezione si sommano le ore al computer o al telefono che i giovani già passano coi social e coi giochi online. Della scuola manca il clima psicologico di apprendimento legato agli aspetti affettivi ed emozionali della classe. Però anche andando a scuola, soprattutto per i più piccoli, c’è ora un clima più ansiogeno derivato dal distanziamento, dai controlli della mascherina, della temperatura, poi sono controllati quando vanno in bagno, ecc.. La mascherina non consente la visione della mimica del viso, delle emozioni così come sono. Allora cosa è meglio? Purtroppo non lo decidiamo noi, neanche i politici a dire il vero: è la gravità della pandemia ancora in circolazione che decide. E’ un momento difficile, ma cosa ci resterà di buono? Avremo migliorato le nostre tecnologie e il modo di usarle. Adesso che ci manca avremo imparato cosa vuol dire abbracciarci, stare con gli altri. Abbiamo imparato nuovi equilibri famigliari: sembra strano ma conosciamo di più chi è in casa con noi. Forse saremo diversi, ma cerchiamo di essere anche migliori. Insomma, tiriamo fuori il bello da queste cose che siamo costretti ad imparare; e resistiamo.