La filosofia e la storia ci parlano di libertà in modi diversi, affascinanti o particolari; per questo le lasciamo stare, qui. Una volta mi trovavo nell’ingresso del carcere Bassone di Como e ho visto uscire un detenuto, che probabilmente è stato dentro diversi anni.

Fuori dal Bassone c’è un immenso piazzale e la cosa che ho notato è che mentre usciva dal locale dei controlli verso l’esterno, finalmente libero, ha alzato il braccio come per coprirsi gli occhi e ha fatto un mezzo giro su sé stesso come per tornare indietro; poi piano piano, come un bambino che si allontana ma guarda sempre la mamma, se n’è andato. In carcere non c’è una vista verso l’orizzonte: lunghi corridoi, ma chiusi; e i cortili, almeno al Bassone, non sono più di quindici-venti metri per lato con muri alti cinque metri. La percezione, il cervello quindi, si abitua a gestire immagini spaziali limitate: la libertà di spaziare viene confinata. Sicuramente il detenuto compensa la sofferenza con l’immaginazione, ma i confini spaziali sono un vincolo reale per tanto tempo; al punto che quando riacquista la libertà il suo cervello ha una reazione di avversione agli spazi aperti. Ho fatto un esempio dell’apprendimento dello spazio da parte del cervello/mente, ma possiamo parlare anche di concetti e di idee: del nostro modo di vedere le cose, di fare esperienze nuove e di vivere le emozioni. Il cervello le gestisce come lo spazio: si abitua a funzionare in un certo modo.. Stiamo bene, va tutto bene, due soldi via ce li ho, faccio le mie cose, ecc.. Abitudini, routine che vanno bene finchè non vengono toccate dall’esterno: allora reagiamo e non ci sentiamo bene. Come il corpo che si deve tenere in forma per invecchiare bene, anche il cervello/mente deve tenersi in forma e non rinchiudersi nelle pur consolanti abitudini, a volte manie. In questa situazione “di galera” ce ne accorgiamo, ma siamo noi che riduciamo i nostri orizzonti. A quanti anni la persona è matura?.. La persona è matura quando continua a maturare, quando ad ogni età, è capace di fare cose nuove. Ricordiamocelo per “dopo”.