Da qualche anno il concetto di “resilienza” è sempre più utilizzato in psicologia, ma anche in economia, in politica, nel parlare comune, ecc.. L’origine latina della parola vuol dire: “Saltare indietro, rimbalzare, ritirarsi”. L’Accademia della Crusca (chi non conosce il Prof. Sabatini la domenica mattina su rai1?), parla di: “oggetti che rimbalzano” o in senso esteso “di chi batte in ritirata o si ritrae all’improvviso”.

Non fa per noi! Come è bello per me il concetto che conosciamo meglio di “Resistenza”. Vuol dire: lottare, reagire, contrastare, difendersi, reggere, ecc.. Più facile e diretto; credo che tutte le persone possano comprendere e utilizzare al meglio l’idea di “Resistere” in questa situazione difficile, che dura da un anno e durerà ancora. Si tratta di resistere (lottare, reagire..) e non resilire (saltare indietro) che stimola poco l’idea di attività nel nostro cervello, favorendo la depressione. Ogni famiglia è condizionata dalle restrizioni necessarie: scuola, lavoro, spostamenti, affetti, ecc.. e i problemi del contagio vanno contrastati, dobbiamo difenderci, reggere, ecc.. Per fare questo non dobbiamo rinunciare a mettere in moto il cervello, portando avanti progetti o facendone di nuovi per quando potremo muoverci (vedi in fondo a questa pagina il post: “Il problema del progetto”). Non è il momento di ritirarsi o saltare indietro, non è il momento di pensare a tornare come prima, ma è il momento di raccogliere da questa tremenda e inaspettata esperienza i desideri mancati, le occasioni perse, rivalutare gli affetti lontani nei luoghi e nel cuore. Non torniamo indietro come prima: cechiamo di andare avanti ed essere meglio di prima.