Sembra brutto accostare la vacanza a questi temi, ma mi occupo di persone che soffrono e soffrono in diversi modi: fisici, psicologici, relazionali, problemi educativi e difficoltà varie. Molte persone soffrono di “isolamento“.
Anche qui come ho detto altre volte le persone vengono per diversi motivi o sintomi particolari. Tante però volte la tristezza, le difficoltà relazionali e la depressione sono determinate dall’isolamento. Il tema dell’isolamento può essere affrontato a diversi livelli di profondità, qui voglio considerare un primo livello quello interpersonale.
L’isolamento interpersonale nel suo modo più complesso è determinato disturbi di personalità o da disturbi cognitivi. Ma non è detto che questi siano i casi clinici più difficili: le difficoltà relazionali e l’incapacità di essere veramente intimi, sono più spesso argomento di psicoterapia. Modalità educative possono condizionare fin da piccoli alla diffidenza e mancanza di fiducia negli altri. Ciò fa sì che le persone siano più attente a cosa fanno e dicono gli altri invece che ascoltare di più le proprie emozioni. Bloccano così con le paure il proprio slancio verso gli altri e riducendo a poco la loro vita affettiva. Qualche volta l’isolamento viene dalle limitazioni geografiche, paesini mal collegati e mentalità ristretta, ma a volte più spesso nelle città, sono la caduta o la mancanza dei valori di comunità a determinare l’isolamento. Le persone hanno perso la capacità di stabilire e coltivare legami e il tempo non fa che aumentare e irrigidire le paure verso l’altro. In concomitanza con le vacanze l’isolamento gestito in qualche modo durante l’anno, magari col lavoro, si fa più vivo e penoso. È difficile ripristinare il coraggio nelle relazioni e riorganizzare la propria vita, senza fare un po’ di terapia.