Il tema è complesso e semplice a seconda del coraggio con cui lo vogliamo affrontare: la complessità è data da tutto ciò che c’è “prima” di un evento tanto tragico e la semplicità sta purtroppo nell’assoluta gravità e nel dolore del “dopo”. I genitori preoccupati devono avere il coraggio di parlarne prima e “prima” si può fare molto, parlare delle cose non è farle o provocarle, parlare delle cose è stemperare le tensioni anche più gravi e cominciare ad affrontare i problemi.
Chi minaccia il suicidio non sempre lo compie, ma coloro che si sono suicidati l’hanno sempre in qualche modo comunicato prima. Questo ci fa capire che il tema non va trascurato e che dobbiamo affrontarne le paure connesse. Non bisogna avere paura di affrontare l’argomento, con delicatezza e rispetto ma anche con franchezza. Parlarne può solo aiutare a non realizzare l’idea che ha già in mente. Depressione e disperazione sono in assoluto gli elementi centrali associati al suicidio. La sindrome depressiva va trattata con cure mediche e psicologiche.
Per quanto riguarda “chi rimane” dopo un suicidio, abbiamo a che fare con un lutto inaccettabile. Nel lavoro terapeutico quella che tecnicamente si chiama “Autopsia psicologica“, può aiutare le persone ad accettare il lutto, e in un secondo tempo ad elaborarlo.